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Acerbi sbotta: Perché si può correre nei parchi e non in campo? Vogliamo risposte
A CURA DI LA GAZZETTA IN SPORT
"Siamo sbalorditi, è difficile da accettare", dice il difensore della Lazio, che spiega: "A Formello ci sono sei campi, tanti spogliatoi. E lo stesso vale anche per i centri sportivi delle altre squadre. Ci si potrebbe allenare uno alla volta, in assoluta solitudine, senza neanche vedersi con gli altri compagni"
Ripresa sì, ma in che condizioni? Perché in un parco insieme a tanta altra gente invece che nei centri sportivi del club, in totale sicurezza? È quello che si chiede Francesco Acerbi. Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, il difensore biancoceleste parla della parziale riapertura agli allenamenti varata dal Governo con il nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 4 maggio. "Sul discorso della ripresa del campionato non voglio entrare nel merito, attendiamo le decisioni che saranno prese - dice Acerbi -. È giusto che venga valutato tutto e che ci siano tutte le cautele del caso. La cosa difficile da accettare è che dal 4 maggio potremo ricominciare a fare gli allenamenti individuali, ma non potremo farlo nei nostri centri sportivi. Saremo costretti ad andare a correre nei parchi, insieme a tanta altra gente, con livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli che ci sarebbero all'interno dei centri sportivi, dove le distanze sarebbero rispettate molto più facilmente. Siamo sbalorditi, vorremmo delle risposte". Poi Acerbi approfondisce il concetto: "A Formello ci sono sei campi, tanti spogliatoi. E lo stesso vale anche per i centri sportivi delle altre squadre. Ci si potrebbe allenare uno alla volta, in assoluta solitudine, senza neanche vedersi con gli altri compagni. Faccio molta fatica a capire il perché di questa decisione, così come se lo chiedono tanti miei colleghi di altre squadre che sto sentendo in questi giorni".